Un ulteriore aggiornamento del Regolamento Regionale della Lombardia, dopo quello del 2019, va a perfezionare la normativa verso la tematica dell’invarianza idraulica. Le novità sono sia dal punto di vista di metodologia di calcolo idrologico, introducendone nuovi, che dal punto di vista integrativo di terminologie.
In questo articolo, cercheremo di riassumere e schematizzare le più importanti modifiche date dall’aggiornamento.
Integrazioni alle terminologie del Regolamento del 2017 influenti sul calcolo dell’invarianza idraulica
Di seguito vengono riportati, velocemente, i punti più importanti che modificano la metodologia di calcolo di alcuni parametri nell’analisi di invarianza idraulica:
- all’articolo 2, comma 1, la lettera l) è sostituita dalla seguente:
‘l) portata specifica massima ammissibile allo scarico, espressa in l/s per ettaro: portata (espressa in litri al secondo) massima ammissibile allo scarico nel ricettore per ogni ettaro di superficie interessata dall’intervento ai sensi della lettera n ter);’ - all’articolo 2, comma 1, dopo la lettera n) sono aggiunte le seguenti:
‘n bis) coefficiente di deflusso medio ponderale dell’intervento: valore medio, ottenuto con una media ponderata, del coefficiente di deflusso relativo alla superficie interessata dall’intervento;
n ter) superficie interessata dall’intervento: somma delle superfici, di una porzione di territorio, che vengono trasformate attraverso uno o più interventi che richiedono, singolarmente o complessivamente, l’applicazione delle misure di invarianza idraulica e idrologica di cui all’articolo 3. In particolare, per gli edifici e i manufatti edilizi corrisponde alla superficie occupata dall’edificazione di cui alla lettera n quater) del presente comma;
n quater) superficie occupata dall’edificazione: superficie risultante dalla proiezione sul piano orizzontale del profilo esterno perimetrale delle costruzioni fuori terra, seminterrate e interrate, con esclusione degli aggetti e sporti inferiori a 1,50 metri;
n quinquies) isola di calore urbano: fenomeno che determina un microclima più caldo all’interno delle aree urbane cittadine, rispetto alle circostanti zone periferiche e rurali.’; - 2) dopo il comma 3 dell’art. 9 è aggiunto il seguente:
‘3 bis. I seguenti coefficienti di deflusso sono adottati per la stima della superficie scolante impermeabile interessata dall’intervento, valutando il coefficiente di deflusso medio ponderale dell’intervento rispetto alle
superfici distinte in tre categorie:
a) pari a 1 per tutte le sotto-aree interessate da tetti, coperture, e pavimentazioni continue impermeabili di strade, vialetti, parcheggi;
b) pari a 0,7 per i tetti verdi, i giardini pensili e le aree verdi sovrapposti a solette comunque costituite, per le aree destinate all’infiltrazione delle acque gestite ai sensi del presente regolamento e per le pavimentazioni
drenanti o semipermeabili di strade, vialetti, parcheggi, ove ne siano certificate la durabilità e la funzionalità nel tempo, nonché per i pannelli di impianti agri-voltaici o fotovoltaici;
c) pari a 0,3 per le aree permeabili di qualsiasi tipo, comprese le aree verdi munite di sistemi di raccolta e collettamento delle acque ed escludendo dal computo le aree verdi non sovrapposte a nuove solette comunque costituite e prive di sistemi di raccolta e convogliamento delle acque, le superfici incolte e quelle di
uso agricolo.’; - all’art. 11 comma 2, il numero 1 della lettera f) è sostituito dal seguente:
‘1. il tempo di svuotamento dell’invaso è calcolato come rapporto tra il volume massimo realizzato ai fini del presente regolamento e la portata di scarico, determinata come somma tra la portata inviata al ricettore e
l’eventuale portata infiltrata da opere di infiltrazione;’; - la lettera b) del comma 1 dell’articolo 12 è sostituita dalla seguente:
‘b) nell’adozione del requisito minimo indicato al comma 2, per le aree C a bassa criticità idraulica di cui all’articolo 7; in questo caso il valore massimo ammissibile della portata meteorica scaricabile nei ricettori di cui
all’articolo 8 è quello relativo alle aree C a bassa criticità idraulica.’;
Applicativo di consultazione su mappa dei dati pluviometrici storici delle varie stazioni presenti sul territorio Italiano. Una volta cliccata la stazione di proprio interesse è possibile visualizzare quale serie storica è disponibile e richiederla sotto forma di file di testo da importare nel software GeoStru Runoff Lab.
Introduzione di nuovi modelli di calcolo
Con l’aggiornamento 2025 si introducono nuovi modelli di calcolo, soprattutto nella fase di definizione dell’idrogramma netto di piogge e del idrogramma in uscita.
- all’art. 11 comma 2, la lettera d) è sostituita dalla seguente:
‘d) calcolo dell’idrogramma netto: la valutazione delle perdite idrologiche per il calcolo dell’idrogramma netto di piena in arrivo all’opera o all’insieme delle opere di invarianza idraulica e idrologica, può essere effettuata o in via semplificata adottando i valori standard del coefficiente di deflusso di cui all’articolo 9, comma 3 bis, o seguendo le indicazioni di cui all’Allegato F.’;
Nell’allegato F succitato la paragrafo 1.1.4.1 si introducono i nuovi ietogrammi di progetto:
Nel corso degli anni sono state proposte diverse forme sintetiche utilizzate per rappresentare la distribuzione dell’intensità di precipitazione durante un evento di pioggia. Tra le forme più utilizzate si citano: uniforme (NRCS, 1986); emisimmetrico (Keifer e Chu, 1957); Sifalda (Sifalda, 1973) e triangolare (Yen e Chow, 1980).

Ietogramma uniforme
È il metodo più utilizzato in ambito progettuale (cfr. Metodo delle sole piogge). L’intensità è direttamente calcolata a partire dalle curve di possibilità pluviometrica ed è considerata uniforme per l’intera durata dell’evento di pioggia.
[…]
Ietogramma sifalda
Lo ietogramma è costituito da tre parti: 1) fase ascendente lineare, 2) fase centrale constante, 3) fase discendente lineare. Le prime due fasi hanno durata pari ad ¼ la durata totale dell’evento mentre la terza parte ne dura la metà. Conseguentemente, il volume di pioggia è distribuito secondo i seguenti rapporti 14%, 56% e 30% rispettivamente per la prima, seconda e terza parte.
Ietogramma triangolare
Lo ietogramma triangolare è costituito a partire da un picco di valore pari al doppio dell’intensità media di un analogo ietogramma uniforme. La posizione del picco può variare a seconda delle scelte del progettista.
Elaborazioni idrologiche – Runoff Lab
Elaborazioni idrologiche Runoff Lab è uno strumento di calcolo e analisi rivolto ai professionisti che devono affrontare elaborazioni idrologiche. Runoff Lab rende estremamente semplici e intuitive elaborazioni quali l’interpretazione probabilistica di serie pluviometriche, il calcolo delle curve di probabilità pluviometrica, la definizione di pluviogrammi sintetici, ietogramma di progetto e la trasformazione afflussi-deflussi.
Gli Utenti di Runoff Lab possono accedere gratuitamente al servizio Geostru HydroGeo (Applicativo di consultazione su mappa dei dati pluviometrici storici delle varie stazioni presenti sul territorio Italiano.)
al paragrafo 1.1.43:
Idrogramma di piena
La costituzione dell’idrogramma di piena in ingresso all’opera di laminazione deve tener conto delle modalità con cui la pioggia efficace, determinata con uno dei metodi precedentemente citati, si concentra e si propaga sul bacino rappresentato dall’area oggetto di intervento. A tale scopo è possibile applicare diversi criteri come di seguito descritto
[…]
Modello di Nash
Il modello di Nash schematizza la trasformazione afflussi-deflussi come il passaggio attraverso una cascata di serbatoi lineari (ovvero con portata in uscita proporzionale al volume invasato). L’equazione di bilancio per il generico serbatoio i-esimo è la seguente:
𝑉𝑖,𝑡 = 𝑉𝑖,𝑡 − Δ𝑡 + 𝑄𝑖−1,𝑡– 𝑄𝑖,t (18)
in cui:
𝑄𝑖,𝑡 = 1/𝑘 𝑉𝑖,𝑡−Δ𝑡 (19)
Applicando l’equazione 18 in serie tante volte quanti sono i serbatoi si ottiene il modello di Nash.
Se nell’equazione precedente l’intervallo di tempo Δ𝑡𝑡 è molto piccolo, infinitesimale, e la pioggia in ingresso è un impulso (brevissima durata, teoricamente istantanea) di altezza unitaria, si ottiene in uscita il cosiddetto idrogramma unitario istantaneo (IUH di Nash).
L’IUH può essere ricavato analiticamente, ottenendo la funzione seguente, dove n è il numero di serbatoi e k è la costante di tempo del singolo serbatoio:

La scelta dei valori da attribuire a coefficienti k e n deve riflettere la dinamica della trasformazione afflussi deflussi dello specifico bacino considerato. Più è grande la costante di tempo k e maggiore è la laminazione; effetto analogo produce l’aumento del numero di serbatoi, che ritarda anche il tempo in cui si verifica il colmo di piena. Bacini molto impermeabili e con pendenze elevate avranno quindi tendenzialmente basso valore della costante di tempo e basso numero di serbatoi. La costante di tempo cresce invece per bacini più ritentivi, con pendenze più modeste o percorsi di deflusso più lunghi.
Se si dispone di misure contemporanee di pioggia e di portata in occasione di uno o più eventi di piena, si può procedure alla calibrazione dei parametri n e k. Ciò ovviamente non è possibile in fase di progettazione e quindi si ipotizza un numero di serbatoi n dell’ordine di poche unità (ad esempio 2 per tetti verdi, Krasnogorskaya et al., 2019), mentre per la costante di tempo si possono utilizzare relazioni empiriche. Ad esempio, quella seguente lega 𝑘𝑘 al tempo di corrivazione 𝑡𝑡𝑐𝑐 (Becciu e Paoletti, 2010).

L’applicativo consente di effettuare l’analisi dell’invarianza idraulica con più metodi ed inoltre:
- Applicazione della normativa Emilia Romagna e Lombardia;
- Calcolo di curve di probabilità pluviometriche; – Definizione delle superfici;
- Suggerimento su quale metodo applicare in base alla zona e superficie;
- Analisi con Requisiti minimi, Metodo corrivazione, Metodo diretto italiano, Metodo delle sole piogge, Procedura dettagliata;
- e molto altro…










