È stato pubblicato sul sito del Ministero dell’Interno il decreto del Dipartimento per gli Affari Interni – Finanza Locale del 28 ottobre 2022 inerente la seconda assegnazione per scorrimento graduatoria del contributo agli enti locali a copertura per il 2022 della spesa di progettazione definitiva ed esecutiva relativa ad interventi di messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico, di messa in sicurezza ed efficientamento energetico delle scuole, degli edifici pubblici e del patrimonio degli enti locali, nonché per investimenti di messa in sicurezza di strade, come disposto dalla legge di Bilancio 2020 (articolo 1, commi da 51 a 58, della legge 27 dicembre 2019, n.160).
Interventi di mitigazione del dissesto idrogeologico 2023
Per gli interventi contro il dissesto del territorio già previsti ed ammessi ai finanziamenti per l’anno 2022, le risorse della finanziaria 2023, ha stanziato 350 milioni di euro, cifra di cui 2.224 enti locali ne beneficeranno, in particolare quelli posizionati dal n. 1783 al n. 4.007 della graduatoria dell’allegato 1.
Trattandosi di una graduatoria già esistente, non potranno essere apportate modifiche ai progetti presentati. Il decreto prevede anche la presenza di un allegato 2, in cui è riportato l’elenco degli enti esclusi dall’assegnazione del contributo. La seconda assegnazione segue quella avvenuta con Decreto del MEF del 10 giugno 2022. Queste le tipologie di interventi per cui era possibile richiedere il contributo, secondo il seguente ordine di priorità:
A. messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico, comprendenti:
a) interventi di tipo preventivo nelle aree che presentano elevato rischio di frana o idraulico, attestato dal competente personale tecnico dell’ente o di altre istituzioni anche sulla base dei dati Ispra per la riduzione del rischio e l’aumento della resilienza del territorio;
b) interventi di ripristino delle strutture e delle infrastrutture danneggiate a seguito di calamità naturali, nonché di aumento del livello di resilienza dal rischio idraulico o di frana;
B. messa in sicurezza di strade, ponti e viadotti, che comprendono:
a) manutenzione straordinaria delle strade e messa in sicurezza dei tratti di viabilità (escluse la costruzione di nuove rotonde e sostituzione pavimento stradale per usura e la sostituzione dei pali della luce);
b) manutenzione straordinaria su ponti e viadotti, ivi inclusa la demolizione e ricostruzione;
C. messa in sicurezza ed efficientamento energetico degli edifici, con precedenza per gli edifici scolastici, e di altre strutture di proprietà dell’ente, con interventi che comprendono:
a) manutenzione straordinaria per miglioramento sismico per messa in sicurezza dell’edificio a garanzia della sicurezza dell’utenza;
b) manutenzione straordinaria di adeguamento impiantistico e antincendio;
c) manutenzione straordinaria per accessibilità e abbattimento barriere architettoniche;
d) manutenzione straordinaria per interventi di efficientamento energetico.
I fondi verranno erogati entro il 28 febbraio 2023 e, comunque, solo dopo che saranno rese disponibili le relative risorse finanziarie. L’avvenuto pagamento sarà comunicato con apposito decreto.
Gli enti locali assegnatari del contributo, dovranno tassativamente affidare la progettazione entro tre mesi dal decreto di assegnazione, pena l’esclusione dalla graduatoria.
Dissesto idrogeologico in Italia: pericolosità e indicatori di rischio – 2021
Il 7 marzo l’ISPRA ha presentato la terza edizione del Rapporto sul Dissesto idrogeologico in Italia: Pericolosità ed indicatori di rischio.
L’edizione 2021 del Rapporto sul dissesto idrogeologico in Italia fornisce il quadro di riferimento aggiornato sulla pericolosità per frane e alluvioni, sull’erosione costiera e sugli indicatori di rischio relativi a popolazione, famiglie, edifici, imprese e beni culturali.
Aumenta nel 2021 la superficie nazionale potenzialmente soggetta a frane e alluvioni: l’incremento sfiora rispettivamente il 4% e il 19% rispetto al 2017. Quasi il 94% dei comuni italiani è a rischio dissesto e soggetto ad erosione costiera e oltre 8 milioni di persone abitano nelle aree ad alta pericolosità.
Segnali positivi per le coste italiane: dopo 20 anni, a fronte di numerosi interventi di protezione, i litorali in avanzamento sono superiori a quelli in arretramento.
La piattaforma italiana sul dissesto idrogeologico
La piattaforma IdroGEO è stata ideata per raccogliere e condivisione dati, mappe, report, e documentazione relativa ai Fenomeni Franosi in Italia – IFFI, includendo anche le mappe nazionali della pericolosità per quanto attiene frane e alluvioni, riportando anche i relativi indicatori di rischio.

Si tratta di uno strumento creato dall’ISPRA, in grado di visualizzare numericamente gli il livello di rischio per frane e alluvioni , che vengono riportate per area provinciale di competenza. Si tratta di uno strumento alquanto agevole nella sua consultazione, capace di fornire all’utente le informazioni necessario relativamente al rischio frana e alluvione per l’area di interesse.
Il Pannello informativo, nella sezione Pericolosità e indicatori di rischio–PIR, presenta i dati di contesto relativi al territorio, alla popolazione residente, alle famiglie, agli edifici, alle unità locali di imprese e ai beni culturali, e i dati relativi alle aree a pericolosità da frana e idraulica e agli indicatori di rischio.
All’apertura della sezione PIR, sul pannello informativo vengono visualizzati i dati su base nazionale. Al passaggio del mouse sopra la mappa su desktop (funzione mouseover) o mediante un breve tocco sullo schermo su mobile, il pannello informativo PIR visualizza, in funzione della scala corrente, i dati aggregati per macroarea geografica, su base regionale, provinciale o comunale.
Da dove provengono i dati relativi alla pericolosità e agli indicatori di rischio?
I dati derivano dal Rapporto ISPRA 2021 su Dissesto idrogeologico in Italia: pericolosità e indicatori di rischio.
Cosa vuol dire “aree a pericolosità da frana?
La pericolosità da frana rappresenta la probabilità di occorrenza di un fenomeno potenzialmente distruttivo, di una determinata intensità in un dato periodo e in una data area. Le aree a pericolosità da frana includono, oltre alle frane già verificatesi, anche le zone di possibile evoluzione dei fenomeni e le zone potenzialmente suscettibili a nuovi fenomeni franosi. La classificazione della pericolosità sull’intero territorio nazionale è in 5 classi: pericolosità molto elevata P4, elevata P3, media P2, moderata P1 e aree di attenzione AA.
Cosa vuol dire “aree a pericolosità da alluvione”?
Sono le aree che possono essere inondate in funzione dello scenario di probabilità di alluvione considerato. La probabilità con cui una determinata area può essere inondata determina il livello di pericolosità associato a quell’area. Le aree che hanno una maggiore probabilità di essere inondate sono quelle dove più di frequente si verificano le alluvioni e quindi sono quelle più pericolose.
Che differenza c’è tra pericolosità e rischio?
La pericolosità è espressione della frequenza o probabilità con cui un’area può essere allagata a seguito di un’alluvione. Il rischio comprende la pericolosità/probabilità di un’alluvione e il danno che un’alluvione con determinate caratteristiche di probabilità può determinare. Pertanto il rischio associato ad un’area dipende da quanto spesso quell’area è inondata e dalla numerosità e tipologia degli elementi esposti (beni e persone) presenti nell’area e dalla loro vulnerabilità.
LINK DI INTERESSE
Enti locali, assegnati ulteriori 350 mln di euro per la messa in sicurezza | Ministero dell‘Interno
Messa in sicurezza edifici e territorio, assegnati nuovi fondi ai Comuni (lavoripubblici.it)
GeoRisk – Verificare il rischio della propria posizione
Nell’intervista si fa cenno all’applicazione fortemente voluta dall’Ordine dei Geologi della Campania e realizzata da Geostru e geologi.it, l’APP per dispositivi mobili consente di verificare il rischio della propria posizione semplicemente utilizzando il posizionamento GPS dello smartphone e si può anche accertare il pericolo di una qualsiasi abitazione inserendo città, via e numero civico; l’App è già disponibile nel Play Store di Google e una versione web potenziata.
«Per aumentare la consapevolezza del rischio – spiega il presidente dell’Ordine dei Geologi della Campania, Egidio Grasso nel corso di un’intervista – abbiamo pensato di promuovere la realizzazione di un App che, con poche operazioni, riesce a visualizzare le aree a rischio idrogeologico in tutto il territorio nazionale.