Confronto tra prove di laboratorio geotecniche e analisi geochimiche e mineralogiche: una valutazione completa del terreno
Le prove di laboratorio geotecniche sono uno strumento fondamentale per la caratterizzazione dei terreni e per la valutazione delle loro proprietà meccaniche. Queste prove ci permettono di ottenere informazioni preziose sulle proprietà fisiche e meccaniche del terreno che ci aiutano a comprendere meglio il modello geologico-geotecnico del sito in questione. Queste informazioni sono cruciali per la progettazione e la valutazione della stabilità dei pendii, la scelta del tipo di fondazione, la valutazione della capacità portante del terreno ecc.
Inoltre, confrontando queste informazioni con altre analisi, come quelle geochimiche e mineralogiche, possiamo ottenere una comprensione ancora più completa e dettagliata del terreno, aumentando così il valore scientifico delle nostre indagini.
Un esempio di questo è il recente studio “Geotechnics, mineralogy and geochemistry of the Cutro Clay Formation, Calabria, Southern Italy“, che ha caratterizzato dal punto di vista geotecnico e mineralogico-chimico dei campioni di sedimenti argillosi di età Plio-Pleistocene dell’area costiera ionica della Calabria (Italia meridionale).
I risultati hanno mostrato una certa correlazione tra le analisi geotecniche e quelle geochimiche e mineralogiche, permettendo una caratterizzazione più ampia delle proprietà dei sedimenti (Fig.1).
In particolare, i risultati hanno evidenziato che i campioni studiati sono ricchi di minerali argillosi con attività medio-bassa. Il fattore attività è importante in quanto la presenza di un certo contenuto di minerali argillosi in un suolo può avere un effetto significativo sulle proprietà del suolo stesso. Inoltre, l’identificazione del tipo di minerali argillosi e della loro quantità può essere necessaria per prevedere il comportamento del suolo. L’attività, infatti, viene spesso utilizzata come indice identificativo del rigonfiamento dei terreni argillosi e viene ricavata partendo dai Limiti di Atterberg.
Nel caso specifico dell’area costiera del Bacino di Crotone, la presenza di minerali argillosi (Fig.2) ad alto potere espansivo e/o basso potere espansivo può essere considerata come un fattore chiave nell’instabilità dei versanti.
In particolare, la presenza di minerali argillosi ad alto potere espansivo, come la smectite, può aumentare il rischio di frane poiché questi minerali sono in grado di aumentare significativamente il contenuto d’acqua e quindi l’espansione volumetrica del suolo.
Inoltre, è importante notare che la relazione tra le proprietà composizionali e meccaniche dei sedimenti non è sempre lineare e può essere influenzata da molti fattori ambientali, come l’umidità, la vegetazione e le condizioni climatiche. Pertanto, è necessario condurre ulteriori studi per comprendere appieno i meccanismi di instabilità geologica e sviluppare strategie efficaci per la gestione del rischio di frane.
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